Indagati i medici dopo le visite a Novi e Genova e la morte dell’uomo
La vicenda risale al 2021, quando Daniele D’Amato, 48 anni e zio della campionessa olimpica Alice, si era presentato ben quattro volte in ospedale nel giro di tre giorni lamentando un forte mal di schiena, venendo sempre dimesso per lombosciatalgia. Soltanto cinque giorni dopo il primo accesso al pronto soccorso gli era stata fatta una tac con contrasto che aveva riscontrato una ‘dissecazione aortica’. Operato d’urgenza ma l’intervento non era stato sufficiente a salvargli la vita.
I fatti
D’Amato era arrivato la prima volta alle 2 e mezza di notte del 23 maggio 2021 al pronto soccorso dell’ospedale di Novi lamentando dolori lombari. Dopo gli esami del sangue aveva lasciato il pronto soccorso per poi tornarci quattro ore dopo, trasportato con l’elisoccorso per sintomi simili.
L’accusa sostiene però che il medico non avrebbe fatto i necessari approfondimenti clinici. D’Amato era stato dimesso intorno alle 13.30 dal pronto soccorso di Novi e nello stesso giorno, alle 18.30, era andato a quello del San Martino di Genova. Qui gli erano stati fatti i raggi alla schiena e ancora una volta era stato dimesso con la medesima diagnosi.
D’Amato era tornato al San Martino con un fortissimo mal di schiena e dolori addominali tre giorni dopo. Viene finalmente ricoverato ma solo due giorni dopo gli viene fatta una tac con contrasto. In quel momento i medici si accorgono che si tratta di dissecazione aortica. A nulla serve però l’operazione d’urgenza: morirà tre giorni dopo, il 1 giugno.
Le indagini
Numerosi i medici indagati dopo la consulenza tecnica chiesta dal pm, ma rispetto a molti di loro la Procura non ha ravvisato il ‘nesso causale’, e ha deciso per l’archiviazione. La pm Francesca Rombolà ha invece chiesto il rinvio a giudizio per due medici (quello di Novi è difeso da Gianluca Franchi e Salvatore Leggio mentre quello del San Martino dagli avvocati Antonio Rubino e Giuseppe Caccamo) che sono accusati di omicidio colposo.
I famigliari di D’Amato sono assistiti dall’avvocato Alberto La Camera. Ieri c’è stata davanti al gup Angela Nutini l’udienza preliminare che però è stata rinviata al 14 ottobre.