Il Polo Dolciario a Novi
Un nuovo Polo dolciario Novese dopo quello di quasi trent’anni fa? L’idea l’ha rilanciata Rocchino Muliere, Sindaco della città, alla presentazione qualche settimana addietro delle campagne natalizia e pasquale della Pernigotti: «La nostra industria dolciaria è un traino per il territorio. Le imprese sono sinonimo di qualità del mercato. Dovremo trovare la disponibilità dei produttori a rilanciare l’idea di un Polo Dolciario del Novese. È il momento giusto per crederci, per lavorare insieme. Ancora oggi ci sono piccole imprese che vogliono aprire laboratori per fare dolci in città. Il mondo del dolce rilancerebbe anche la vocazione turistica tramite la valorizzazione delle sue eccellenze. Anche in queste settimane registriamo l’interesse di qualche industria artigianale che produce prodotti dolciari a insediarsi nel nostro comune, come fecero altre in un passato recente».
Un’idea antica di Mario Lovelli
L’idea del Polo Dolciario non è nuova e la lanciò allora come oggi un sindaco della città. Era il 1996 e Mario Lovelli, primo cittadino di una maggioranza di Centrosinistra propose una sorta di federazione delle industrie cittadine e del territorio legate al mondo del dolce per promuovere le imprese e soprattutto un territorio che muoveva i primi passi in campo di promozione turistica.
Spiega proprio Mario Lovelli: «Nel 1995 la Pernigotti passò agli Averna uscendo dalla gestione della famiglia che dava il nome alla fabbrica, mentre la Novi-Elah-Dufour era in forte espansione produttiva e un altro gruppo di imprese di minori dimensioni viaggiava a gonfie vele. Lanciammo il Polo Dolciario Novese con l’intento di promuovere lo sviluppo economico e la valorizzazione del novese. Approntammo anche un dialogo con il mondo delle imprese e a uno dei primi convegni partecipò Innocenzo Cipolletta, Direttore generale di quella Confindustria.
La Regione credette nell’idea. Qualcosa non funzionò, ma oggi le condizioni sono paradossalmente migliori di allora. Sono sbarcate la Campari e un colosso turistico come McArthur-Glen, le imprese, sia piccole che grandi, viaggiano forte e i presupposti per un rilancio di un Polo Dolciario ci sono tutte a condizione di superare i campanilismi territoriali. Facciamo nostra l’idea che Carlin Petrini, uno che guarda lontano, ha rilanciato sulle Langhe qualche giorno fa su La Stampa. Usiamo i punti di forza delle nostre terre per darci una dimensione internazionale rimanendo coerenti con i fattori di sviluppo che conosciamo e che ci contraddistinguono. Rispetto al passato, viviamo in un mondo trasformato e cambiato, dobbiamo essere bravi a portare con noi nel futuro il nostro passato».
Nel numero di Panorama di Novi in edicola l’approfondimento a cura di Maurizio Iappini.