Le prime condanne per gli scontri del 2014

 

Sono passati otto anni dagli scontri della manifestazione No Tav ad Arquata e Pozzolo. Sono arrivate quindi le prime condanne, 17 per la precisione, fra i 49 imputati nelle province di Alessandria e Genova. 9 mesi di reclusione per ciascuno ritenuto colpevole di avere, in concorso tra di loro, usato minaccia e violenza nei confronti delle forze dell'ordine. Forze che erano impiegate per la sorveglianza e la protezione delle operazioni del Terzo Valico nel cantiere di Pozzo Radimero.

 

I fatti risalgono al 5 aprile 2014. In quel periodo il questore di Alessandria aveva autorizzato un corteo che avrebbe dovuto fermarsi alla recinzione del cantiere ‘Pozzo Radimero’ di Arquata.

Mentre 700 manifestanti si muovevano regolarmente secondo il percorso indicato, a un tratto 150 persone di questo gruppo, con il volto coperto da sciarpe e cappucci, si staccarono e si diressero verso la recinzione. Il tutto abbattendola e lanciando, come si legge nel capo d’accusa, «bottiglie di vetro, bastoni, pietre e caschi».

Già in quell’episodio erano rimasti feriti anche quattro Carabinieri e un poliziotto. Nel frattempo prescritte alcune contravvenzioni. In particolare nei confronti di chi aveva protestato mascherando il volto con sciarpe o passamontagna.

L’altro episodio, che si riferisce al 13 aprile, aveva come scenario il cantiere Tav a cascina Romanellotta di Pozzolo. Qui furono «danneggiati, strappati e abbattuti circa trecento metri di rete arancione» che delimitava l’area dei lavori.

 

(foto di repertorio riferita all'epoca degli incidenti)