A rischio 86 progetti in provincia di Alessandria finanziati dal Pnrr
Con il piano Fitto-Meloni di rinegoziazione del Pnrr, sono 86 i progetti a rischio in provincia di Alessandria, per un totale di 63 milioni di euro di definanziamento dei 15,9 miliardi di euro di misure da tagliare in tutto il Paese.
A lanciare l’allarme sul possibile taglio dei progetti finanziati grazie al Pnrr è il gruppo consiliare regionale del Partito Democratico. “Per quanto riguarda la situazione alessandrina, rischiano di non essere realizzati interventi di straordinaria importanza come quelli relativi alla messa in sicurezza del territorio e quelli attinenti allo sviluppo economico e sociale-culturale, ad esempio scuole, teatri, parchi ed impianti sportivi. E tutto questo genererà ancora più incertezza e ancora più confusione” – sottolinea il Consigliere regionale alessandrino del PD, Domenico Ravetti.
Tra i più significativi interventi a rischio, considerando i soli Comuni centri zona, c’è anche il progetto di riqualificazione e rigenerazione urbana del Parco Castello di Novi Ligure, per un ammontare di 3.500.000 euro.
Ad Alessandria a rischio invece il progetto di rifunzionalizzazione del Teatro Comunale ad Hub della cultura e del turismo (10 milioni di euro) e i lavori di regimazione idraulica del Rio Lovassina da Spinetta Marengo alla confluenza nel fiume Bormida (11.600.000 euro). Ad rischio anche due progetti ad Acqui Terme ( restauro della casermetta Bainsizza e dell’impianto sportivo Ottolenghi), due a Casale Monferrato (restauro Paraboloide e nuovo impianto di atletica leggera presso il polo sportivo San Bernardino), il progetto di rifacimento del tetto della scuola Damilano ad Ovada, la costruzione della nuova scuola primaria Salvo D’Acquisto a Tortona e il recupero e la riqualificazione dell’edificio “ex Coop” di Valenza.
“Un’amministrazione corretta dovrebbe togliere i fondi a chi è in ritardo, non ai Comuni virtuosi piemontesi. -spiegano il vice Presidente del Consiglio regionale Daniele Valle e il Consigliere Ravetti – E non ci si nasconda dietro alla proposta di Fitto di utilizzare i fondi di Coesione europei per tappare il buco: intanto, perché l’80% sono destinati al Sud e per il Nord Italia non c’è capienza; inoltre se si utilizzano altri fondi europei per pagare i progetti del PNRR, non resterà più nulla da impiegare per le altre progettualità. Mentre il caro-inflazione sta mettendo in forse la realizzazione di tante case ed ospedali di comunità, ecco che nuove criticità stanno per esplodere sui vari territori. La Regione Piemonte non può prendere ancora tempo e osservare passivamente tutto ciò”.