Peste suina, novità per quanto riguarda abbattimenti e monitoraggio carcasse
Novità in arrivo, nella lotta alla peste suina in Piemonte. Infatti, da Torino arrivano due notizie inerenti al depopolamento dei suini e alle carcasse di animali ritrovate sino ad ora. Andiamo con ordine.
L’Assessore Luigi Icardi ha dichiarato che l’abbattimento dei suini interesserà solo gli animali allo stado brado e famigliari, categorie più a rischio di contatto con i cinghiali e altri suini selvatici. “Non interverremo sugli allevamenti convenzionali, che garantiscono sufficienti condizioni di biosicurezza”. Ha dichiarato il responsabile della sanità piemontese. Tutto questo avverrà dentro la cosidetta zona infetta. “La priorità, in questo momento, è definire con la migliore precisione possibile l’effettiva area di circolazione del virus. Come previsto dalla legge, contiamo di poterlo fare nel giro delle prossime due settimane, in modo da procedere con le misure di isolamento della zona interessata”. Ha proseguito Icardi.
Inoltre, la Regione fa sapere di stare monitorando a tappeto le carcasse di cinghiale su tutto il territorio piemontese. Ad oggi, sono i 65 cinghiali, 12 dei quali, tutti nella “zona infetta”, sono risultati positivi al test della Peste Suina Africana. “Abbiamo in corso 4 analisi, i restanti 49 casi sono negativi”. Le parole di Icardi, il quale ha concluso annunciando un vertice a Roma, la prossima settimana, con i rappresentanti del Governo Draghi.
Nella zona infetta si prevedono circa 500 persone, tra agenti della Provincia di Alessandria e dell’Ambito territoriale di caccia, carabinieri forestali, agricoltori e volontari della Protezione civile. I quali, nei prossimi giorni, setaceranno la zona alla ricerca di altre carcasse di animali selvatici, per verificare se il morbo si stia espandendo o meno.
Problema alla viabilità
La malattia, intanto, potrebbe causare disagi anche ai tratti stradali e autostradali interessati dalla “zona infetta”. Infatti, secondo Ansa, vicepresidente e assessore ligure Alessandro Piana ha richiesto ad Autostrade per l’Italia di “verificare l’integrità delle barriere a protezione delle carreggiate autostradali nell’area rossa”. Area dove si concentrano i casi già accertati di peste suina. Secondo il vice presidente ligure, “si tratta di un intervento fondamentale nei tratti dell’A26, da Genova Prà sino alla bretella di Predosa che si collega con l’A7, dove si concentrano i casi accertati”.