Si torna a parlare dei costi della recinzione per la peste suina
“I costi stimati ammontano a circa 8 milioni di euro”. Queste le parole dell’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi. Il tema è quello della maxi recinzione per contenere la peste suina africana. Cifra che oltretutto riguarda solo il territorio piemontese. Qui in programma la maggior parte dei 270 chilometri programmati per circoscrivere l’area.
Scoperti intanto 5 nuovi casi, uno a Ovada, uno a Tagliolo Monferrato e tre a Voltaggio. In totale siamo a 66 casi. La recinzione oltretutto, oltre al costo per crearla, comporterà 400mila euro l’anno per mantenerla attiva.
“I costi – ha spiegato Icardi – sono legati ai materiali come pali, rete, sistemi di fissaggio e altro e al costo della manodopera per l’installazione”. Si arriva così agli 8 milioni solo sul versante piemontese. In totale il costo sarà di 15 milioni.
“La Provincia di Alessandria è vicina alle aziende agricole del territorio, colpite dalle conseguenze della peste suina – sottolinea il presidente della Provincia di Alessandria Enrico Bussalino, – diamo la massima disponibilità a creare una rete di rapporti istituzionali, insieme alle associazioni agricole per favorire al massimo l’attività del Commissario preposto, dottor Angelo Ferrari”.
Anche Voltaggio, con il Sindaco Giuseppe Benasso, interviene sulla questione. “Nella convinzione che fra il “tutto chiuso” e il “tutto aperto” esistano varie sfumature di “aperto”. Il blocco del trekking, delle gite all’aria aperta, dell’escursionismo in genere, sta causando danni fisici e psicologici alle persone ed economici al settore turistico dell’Appennino Ligure-Piemontese. A nostro avviso, non sono giustificati dai drastici provvedimenti adottati per impedire la diffusione della peste suina”.
Il depopolamento dei cinghiali
Nuove, urgenti e mirate misure di depopolamento delle popolazioni selvatiche della specie cinghiale, sono contenute nell’ordinanza firmata dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.
Si amplia la platea dei soggetti che possono partecipare alle azioni di depopolamento dei cinghiali in Piemonte. Previsto che il contenimento della specie possa essere effettuato, oltre che dagli agenti delle Province e della Città metropolitana di Torino, dagli agenti di vigilanza delle aree protette, dai proprietari o conduttori dei fondi interessati muniti di licenza di porto d’armi, o appositamente incaricati all’abbattimento (tutor), dalle guardie venatorie volontarie e dai cacciatori nominativamente individuati in possesso di specifica formazione, operanti sotto il coordinamento delle medesime amministrazioni.
In deroga alla normativa, la caccia di selezione al cinghiale può essere effettuata anche nelle ore notturne, previo utilizzo di mezzi per la visione notturna che facilitano la selezione dei capi individuati.
Il provvedimento ha validità su tutto il territorio regionale, con scadenza il 30 giugno. Nella zona infetta e nella zona di sorveglianza attiva, l’attuazione delle misure risulta prioritaria ed urgente e le azioni di depopolamento dovranno essere attuate immediatamente e con la massima intensità possibile nei tre mesi successivi all’entrata in vigore dell’ordinanza.