Peste suina, ieri l’incontro tra la Cia e il commissario Vincenzo Caputo

 

Si è svolto ieri, presso la sede nazionale Cia di via Fortuny, un incontro fra la Cia-Agricoltori Italiani e il commissario straordinario per la peste suina Vincenzo Caputo per discutere delle azioni urgenti necessarie a fronteggiare l’emergenza della peste suina, ma soprattutto per implementare la sicurezza delle aziende del settore zootecnico italiano, in particolare nelle regioni maggiormente colpite dalla malattia, come il Piemonte.

Nel corso dell’incontro, il commissario Caputo ha ribadito l’impegno del governo a eradicare il virus attraverso l’abbattimento dei cinghiali dalla zona infetta entro 36 mesi, con l’attività di bioregolatori che interverranno nelle operazioni. A tal proposito il commissario ha richiesto la collaborazione delle aziende agricole nella gestione delle carcasse. Cia ha a sua volta ribadito l’importanza dell’eradicazione degli ungulati nelle aree agricole e che le azioni di de-popolamento siano tempestive, concentrandosi nelle zone confinanti con quelle in restrizione, allo scopo di limitare la diffusione della malattia e l’ampliamento delle zone infette.

“Come ribadito in diverse circostanze, con l’estate inoltrata, già noto elemento di criticità sul fronte della PSA, chiediamo che vengano messi in campo tutti gli strumenti per eradicare la malattia. – spiega il casalese Gabriele Carenini, presidente Cia Piemonte e referente Cia per i temi sulla fauna selvatica che ha partecipato all’incontro – Bisogna ridurre drasticamente il numero dei cinghiali in circolazione e occorre far ripartire al più presto le aziende che sono ferme”.

Di primaria importanza, le misure di protezione e di prevenzione rigorose negli allevamenti, attraverso maggiori risorse economiche per implementare negli allevamenti i requisiti di biosicurezza.

“La situazione è gravissima – ha aggiunto il presidente nazionale della Cia Cristiano Finioccorre agire in maniera concreta prima che si arrivi al blocco della circolazione dei prodotti di salumeria nazionali. Dobbiamo ridurre la pressione dei selvatici, sono indispensabili abbattimenti organizzati e sistematici su tutto il territorio nazionale. Servono risorse economiche e messa in opera delle disposizioni, adesso, prima che le conseguenze siano devastanti per l’intero settore suinicolo da cui dipendono 11 miliardi di fatturato e 70 mila addetti nella filiera delle carni suine, e che i danni superino l’intero valore della suinicoltura nazionale”.