Peste suina, estesa la zona infetta in alcuni comuni dell’Emilia Romagna e dell’Astigiano

 

Il numero di carcasse di cinghiali positive alla peste suina africana continua a salire, portando il totale dei casi osservati dall’inizio dell’emergenza, a dicembre 2021, a 325. Nell’ultimo aggiornamento comunicato dall‘Istituto Zoofilo, i nuovi casi confermati dalle analisi sono 11, di cui 8 in Piemonte (222 positività totali), tutti nella nostra provincia: uno a Gavi (che sale a 11 casi da quando è iniziata l’emergenza), cinque a Grondona (in totale 13) e due a Montaldo Bormida (totale 5). In Liguria due casi sono stati rilevati a Sassello (totale 12) e uno a Torriglia, dove viene osservato il primo caso.

 

Gli ultimi casi rilevati a Carrega Ligure e Torriglia delineano una maggior diffusione del virus al di fuori della barriera anti cinghiali già costruita verso est, allargando la zona infetta anche all’Emilia Romagna, mentre ad ovest la zona di restrizione II si estende alla provincia di Asti. La Commissione Ue ha pertanto indicato l’estensione della zona rossa a due comuni della provincia di Piacenza ( Zerba e una parte di Ottone), mentre ad ovest ai comuni di Giusvalla e Dego nel Savonese, Bistagno, Terzo, Alice Bel Colle (nell’Alessandrino) e anche ai comuni dell’astigiano di Roccaverano, Monastero Bormida, Sessame, Montabone e Castel Rocchero. Mentre in Val Borbera e Liguria i cantieri sono ancora aperti e quella già costruita in alcuni punti è già stata danneggiata, è già  stata prevista la costruzione di una seconda recinzione. Intanto gli abbattimenti dei cinghiali infetti rimangono ancora fermi. Una soluzione che, secondo le associazioni dei cacciatori, avrebbe potuto evitare la diffusione.