Peste suina, a quasi un anno dallo scoppio dell’epidemia continua la polemica
A quasi dodici mesi dallo scoppio dell’epidemia, la peste suina continua a tenere banco nel nostro territorio. L’ultima tappa di questa infinita vicenda riguarda la polemica tra i cacciatori e le istituzioni.
Nelle scorse ore, Giorgio Storace, coordinatore gruppo delle squadre di cinghialisti delle province di Alessandria, Genova e Savona, ha spiegato. “Per proseguire la nostra attivita’ abbiamo bisogno dei cani. Ci stiamo autotassando per permettere di avere a norma i luoghi dove fare analizzare i capi dall’Asl e macellarli. Ma abbiamo bisogno di utilizzare i cani”. Storace ha affermato anche che gli uomini del Gisc saranno pronti entro il 24 febbraio del prossimo anno. A norma con la biosicurezza.
Sempre l’ex Primo cittadino di Rocchetta ha ricordato che il Gisc resta disponibile a fare in modo che tutti i capi di cinghiale vengano abbattuti. “Di modo da analizzarli e aver un quadro chiaro della situazione”. E mentre l’Assessore regionale Protopapa dichiara che occorre seguire le linee del Ministero della Salute, il Commissario Straordinario, Angelo Ferrari, mette in guardia. “La Psa si è diffusa a causa dell’uomo. Occorre fare attenzione al trasferimento delle carcasse oltre la zona infetta”. Oltre a confermare che, a gennaio, torneranno in zona i veterinari dell’Unione Europea.
Paolo Castellano, Sindaco di Tassarolo, si mostra preoccupato. “Nei due anni di pandemia la caccia si è fermata e lo stesso è avvenuto per via della Psa. I cinghiali si riproducono a vista d’occhio e crescono i danni in agricoltura. Speriamo che, una volta avviati gli abbattimenti, non escano problemi legati allo smaltimento delle carcasse”.
Altri fondi
Un altro fronte resta attivo per combattere la Peste suina. Quello dei fondi da stanziare per contenere l’emergenza. Nelle scorse ore, 78 sindaci, insieme a cacciatori e agricoltori, hanno preso parte alla riunione a Palazzo Ghilini ad Alessandria. Dopo 17 milioni di Euro spesi e un periodo di stallo, ora occorre capire come fronteggiare l’epidemia. Soprattutto, resta da definire il problema recinzione. Mancano 21 chilometri, tutt’ora scoperti, del lotto 3. Domenico Miloscio, Primo cittadino di Pozzolo, vuole chiarezza, ma il rischio rimane quello di arrivare al 2023 con i divieti ancora presenti.
Per la rete, mancano i fondi. Per il terzo e settimo lotto, ovvero nell’Acquese e a Busalla. “Ai 6,7 milioni in più ottenuti dallo Stato, se ne devono aggiungere altri 1,5 milioni, che arriveranno dalle regioni Lombardia ed Emilia Romagna”. Dice Angelo Ferrari. Senza contare gli investimenti per i monitoraggi delle carcasse. Intanto, ieri a Grondona, rinvenuta una carcassa infetta.
(red.)