Nella foto: positivo alla peste suina il cinghiale morto a Ronco Scrivia

 

Salgono a 8 i casi accertati di peste suina africana tra le province di Alessandria e di Genova. Per altri due però le verifiche sono in corso. Cinque nei Comuni del versante piemontese (un caso a Ovada, Tagliolo Monferrato, e Fraconalto; due a Voltaggio), tre in quelli del versante ligure (un caso a Isola del Cantone, e due a Ronco Scrivia). Dodici squadre operano nelle ore di luce dalle otto del mattino alle cinque del pomeriggio per individuare animali infetti.

In questo momento il timore più grande delle autorità provinciale è la diffusione della malattia all’interno degli allevamenti con incalcolabili danni economici. Da qui le rigide regole imposte.

 

IL GRUPPO FACEBOOK PER AIUTARE

 

Su Facebook è nato il gruppo “zampe libere” che si occupa di fauna selvatica fondato da Ugo De Cresi. Il gruppo ha un marcato e stretto rapporto con il territorio dell’area infetta da Peste suina africana. Creata quindi una sezione di “RICERCA CARCASSE”, divisa in due sezioni:

– Ricerca carcasse AEREA.
– Ricerca carcasse TERRESTRI.

La sezione di ricerca carcasse cinghiali AEREA è composta da volontari, privati cittadini, che operano con un drone di peso inferiore ai 250 grammi senza quindi necessità di permesso di volo.
Per gli operatori abilitati che possono operare droni con peso superiore ai 250 grammi e con range di di distanza di volo maggiore il gruppo vuole chiedere la concessione di deroga all’ordinanza ministeriale per poter coprire un’area maggiore.

La sezione di ricerca carcasse di cinghiali TERRESTRE è formata da volontari e privati cittadini. Dalle strade asfaltate si recano in prossimità di pendii, colline e rilievi ed utilizzeranno binocoli per l’osservazione da campo.

 

ALTRE PROTESTE

Varie proteste soprattutto dei ristoratori e diversi operatori turistici della Val Borbera. Anche dal versante ligure protesta contro l’ordinanza che vieta di frequentare i boschi per i prossimi sei mesi. Il parco del Beigua l’ha già definita «un pannicello caldo», chiedendo degli indennizzi importanti e delle deroghe al turismo outdoor. Fiaib e Federparchi hanno invitato le autorità a fornire prescrizioni invece di ordinare chiusure totali.

Su Facebook nato il gruppo “No al lockdown dei boschi liguri!”, con la proposta di invadere di e-mail le caselle di posta della Regione Liguria.

 

CIRIO E PROTOPAPA

 

Il Governatore Cirio parla di ristori per i comparti danneggiati, assieme all’assessore all’agricoltura Marco Protopapa. Un richiesta fatta al premier Mario Draghi e al ministro per le Politiche Agricole, Stefano Patuanelli. Ci saranno infatti contraccolpi a causa della peste suina africana per molti operatori. Oltre a ristoratori e albergatori subiranno conseguenze gli operatori di trekking, turismo outdoor, escursionismo, mountain bike, raccolta di funghi e tartufi, pesca, caccia.