Peste suina, tra il nuovo commissario all’emergenza e i pareri delle associazioni

L’argomento del momento resta sempre quello della peste suina africana. Dopo i primi ritrovamenti di carcasse di cinghiali nei dintorni di Ovada, il morbo, come previsto, si è allargato nel nostro territorio e non solo. Sono 114 i comuni coinvolti, 78 dei quali nella nostra provincia. Notizia degli ultimi minuti, la nomina di Giorgio Sapino a commissario provinciale per l’emergenza.

 

Sapino, già responsabile dei Servizi Veterinari e direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asl Cn1, dovrà occuparsi della corretta applicazione delle misure di controllo e prevenzione disposte dal Ministero della Salute per la zona infetta.

 

In val Borbera, intanto, come già scritto, i social sono e restano un veicolo di protesta da parte di gran parte degli abitanti, i quali chiedono maggior ascolto da parte della Regione. Ma, al di là dei singoli cittadini, anche le associazioni di categoria si sono esposte sul tema. Vediamo insieme i parei di Coldiretti e Cia.

Le dichiarazioni dei due enti

 

La confederazione agricoltori alessandrina critica duramente duramente il provvedimento del Ministero della Salute relativo alle misure di controllo e prevenzione della diffusione della malattia. “Gli allevatori – dichiarano – stanno pagando un pegno altissimo, adesso anche economico oltre che di immagine, di una totale assenza del controllo della fauna selvatica”. Due i punti in discussione. La macellazione immediata dei suini detenuti all’interno degli allevamenti bradi, semibradi e misti che detengono suini.

 

Inoltre, la programmazione delle macellazioni dei suini presenti negli allevamenti di tipo commerciale e divieto di riproduzione e ripopolamento per sei mesi. “Disporre la macellazione e non l’abbattimento significa non garantire il risarcimento del danno causato alle aziende. La fauna selvatica è proprietà dello Stato, il quale non riesce a gestire il problema dei selvatici e vede come soluzione la macellazione con ripercussioni enormi sulle attività private“. Le parole del direttore Paolo Viarenghi.

 

La Coldiretti, invece, per voce del presidente regionale Roberto Moncalvo, afferma che serve un intervento straordinario per contenere il numero di cinghiali e bloccare il diffondersi della Peste Suina Africana. “Un efficace depopolamento – afferma – si raggiunge quando vengono abbattuti il doppio dei cinghiali rispetto ai dati dell’ultimo anno. Questo per il Piemonte significa arrivare a circa 50 mila cinghiali da abbattere. Un obiettivo raggiungibile solo con regole omogenee in tutta la Regione”.

 

L’associazione dei coltivatori diretti fa sapere che, da tempo, ha espresso agli enti di governo alcune proposte per contenere il problema. Ora, concludono, “sono necessarie azioni coraggiose che coinvolgano tutti i soggetti interessati sui territori. Visto che quanto attuato fino ad ora è risultato del tutto inefficace”.