Gli aiuti per l'Ucraina raccolti dalla Casa del Giovane

Sono partiti per la consegna degli aiuti alimentari raccolti grazie alla colletta organizzata dalla Casa del Giovane di Novi. "Grazie a tutti voi, per la grande generosità dimostrata! Vi terremo informati" commentano dalla pagina di Ascolta l'Africa che ha collaborato alla raccolta e pubblicato la foto. Sino al 16 aprile infatti si è provveduto alla raccolta di alimenti a lunga conservazione, di prima necessità (pasta, riso, farina, olio, tonno, legumi, passata, ecc.).

I volontari sono quindi partiti oggi, giovedì 24 aprile, in direzione Leopoli da don Egidio per la consegna della raccolta. Il ritorno è previsto per domenica 27 aprile.

 

Le testimonianze di due ragazzi che si sono avvicinati a questa iniziativa

«L’anno scorso sono partito per l’Ucraina un po’ per caso – ha detto Alessandro – infatti, appena terminata una riunione di ‘Ascolta L’Africa’, ‘Stempio’ (come viene chiamato scherzosamente Stefano), placca me e altri ragazzi, chiedendoci se volessimo dare una mano per questo progetto. Senza alcuna esitazione ho detto sì. Un’occasione da non farsi scappare. I motivi principali del mio sì sono stati principalmente due, il primo è una mia stravagante voglia di avventura, dove poter trovare nuove situazioni ed emozioni mai vissute. Il mio secondo motivo è un po’ più umano: mettermi al servizio di un’associazione come la Casa del Giovane che, nel suo piccolo, tenta di alleviare una condizione drastica in cui vivono i cittadini delle regioni colpite dalla guerra. I motivi del ritorno di quest’anno sono esattamente gli stessi del primo viaggio seppur con una ragione in più: ri-condividere questa esperienza con i compagni di viaggio (Stempio, Franco, Tommaso, Baschim, Raimondo, Paolo), ai quali sarò per sempre legato».

La seconda breve, semplice ma sentita testimonianza è di Claudio: «Vado in Ucraina per la prima volta, portando il mio contributo a questo popolo che sta soffrendo per questa guerra. Speriamo che questo viaggio riesca a portare anche la pace. Sono venuto a conoscenza di questa iniziativa grazie al mio collega di lavoro, Stefano. Dentro di me mi son detto: ‘vado anch’io a dare il mio contributo’. Ne approfitterò per scattare anche delle fotografie a testimonianza della bruttezza della guerra... ».