No Tav a processo per gli scontri a Pozzo Radimero del 2014

Per il processo ai fatti di Pozzo Radimero ad Arquata e a Pozzolo del 2014, relativi agli scontri tra No Tav e Forze dell’Ordine, i magistrati hanno ascoltato i primi testimoni. Si tratta di alcuni carabinieri, che quel giorno rimasero feriti durante le violente manifestazioni.

 

Nell’udienza dei giorni scorsi, al Tribunale di Alessandria, il focus è stato soprattutto verso le tensioni ad Arquata, in località Pozzo Radimero. Il 5 aprile 2014, secondo i testimoni ascoltati, circa trenta carabinieri presidiavano l’ingresso del cantiere in valle Scrivia, quando la folla si è velocemente avvicinata. Dopo i primi contatti, affermano i militari feriti, i Carabinieri hanno ricevuto l’ordine di usare i lacrimogeni. Un uso a difesa dei sassi e delle bottiglie piene d’acqua lanciate dai No Tav.

 

Il momento clou, sempre secondo due militi, un maresciallo capo e un appuntato, avvenne alle 16, quando i manifestanti riuscirino ad abbattere la rete di recinzione. Da quel momento, iniziò il lancio di lacrimogeni e gli scontri più violenti. I 49 imputati, residenti tra Alessandria e Genova, devono rispondere, in concorso tra di loro, di resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamenti e lesioni personali.

 

La manifestazione di Arquata, però, non è l’unica incriminata, per quanto riguarda gli scontri tra Forze dell’Ordine e No Tav. Strascichi processuali anche per quanto riguarda gli scontri della settimana succesiva, il 13 aprile, presso il cantiere Tav a cascina Romanellotta di Pozzolo.