Il riconoscimento per la fagiolana della Val Borbera
Domenica, all’interno del fine settimana che segna il ritorno di Dolci Terre di Novi, al Museo dei Campionissimi arriva ‘Il territorio protagonista- Nuove esperienze di comunicazione e valorizzazione’. L’appuntamento è per le 10.30. Un evento molto importante per il nostro territorio, in particolar modo per uno spicchio di Novese da sempre sensibile a temi come alimentazione, agricoltura e vitivinicoltura: la Val Borbera. Infatti, parte dell’incontro sarà dedicato alla valorizzazione della famosa fagiolana della valle, legume tipico che merita particolare attenzione. E Slow Food, lo ricordiamo, da sempre cura e sostiene i prodotti locali. Basti pensare che il Montebore e la Testa in Cassetta di Gavi fanno parte dei ventidue presidi piemontesi. E la fagiolana? Il percorso per entrare in questa lista esclusiva è già a buon punto? Ne abbiamo parlato con Francesca Bertaggia, fiduciaria della Condotta Slow Food Gavi e Ovada.
Dopo il Montebore, formaggio la cui storia è condivisa a metà tra le due valli (Curone e Borbera, nda) le fagiolane potranno diventare un nuovo presidio?
«Al momento no e sinceramente non sappiamo dire se e quando lo diventeranno. Si tratta di un processo lungo e complesso. Sono, però, già parte di Slow Food, essendo inserite all’interno dell’Arca del Gusto, un catalogo di prodotti del territorio che ci vengono segnalati per essere preservati e valorizzati. Non è connesso al tema dei presidi, ma rimane comunque all’interno del nostro ente».
Nel numero di Panorama di Novi in edicola l’articolo a cura di Giovanni Guido.