J&J sospeso per i pazienti sotto i 60 anni. Era successo lo stesso con AZ ieri

Dopo Astrazenca anche il vaccino J&J (Johnson & Johnson) è stato bloccato in via precauzionale per la popolazione under60. La decisione della Regione Piemonte è stata ufficializzata poche ore fa. Si tratta del secondo vaccino sospeso in due giorni, dopo AZ ieri pomeriggio. La campagna vaccinale, dunque, subisce un contraccolpo importante, soprattutto alla luce della dichiarazione del presidente Cirio sul nuovo colore della Regione. Da lunedi’, infatti, saremo zona bianca a tutti gli effetti.

 

I dati di giornata

Lasciando da parte il tema legato al vaccino J&J, sono 42.705 le persone che hanno ricevuto il vaccino contro il Covid comunicate oggi all’Unità di Crisi della Regione. 2.818 hanno ricevuto la seconda dose. L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 90 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19. Il totale diventa quindi 366.115, mentre ci sono 4 nuovi decessi, dei quali nessuno registrato nella giornata odierna. In calo, invece, le terapie intensive: -2, rispetto a ieri, mentre i ricoverati non in terapia intensiva sono 325 (-26 ). Infine, sul fronte guariti, in regione si registrano +206 pazienti rispetto a ieri, per un totale di 351.685.

 

Al via le vaccinazioni in farmacia

Da lunedì 14, infatti, i piemontesi potranno prenotare il loro appuntamento vaccinale anche in farmacia. Da venerdì 18 inizieranno le inoculazioni. Saranno oltre 500 le farmacie coinvolte su tutto il territorio. Possono essere vaccinati i cittadini piemontesi dai 18 ai 79 anni in buona salute. Le modalità di registrazione si possono trovare sul sito apposito . Il vaccino inoculato in questa fase sarà Pfizer. Oltre alla prenotazione on line, sarà possibile registrarsi anche di persona, direttamente in farmacia, portando con sé la tessera sanitaria.

Rischio variante indiana

Dopo la notizie delle ultime ore di un focolaio di variante indiana, in una palestra milanese, è riesploso il tema: l’Italia corre il rischio di un’altra, pericolosa, variante? Dopo quella inglese, dobbiamo aspettarci altri casi sospetti. In attesa di capire come si svilupperà la situazione a Milano, è bene ricordare gli effetti che questa ha portato, poche settimane fa, nel Regno Unito. Questa variante ormai rappresenta il 90% delle nuove infezioni: in una sola settimana sono stati registrati 29.982 nuovi casi, portando il totale a 42.323. Il suo arrivo nell’isola ha causato una rapida crescita dei positivi giornalieri: nell’ultima settimana la media è stata di 6.418 nuovi casi. Fare un raffronto con il nostro Paese è ancora prematuro (meno del 1% delle nuove infezioni), ma possiamo, almeno, tenere in considerazione tre fattori chiave. Attività di testing, attività di sequenziamento, campagna vaccinale.

 

Le differenze

L’attività di testing in Uk è superiore a quella italiana: nell’ultima settimana 5.860.333 tamponi eseguiti contro 1.318.542 nel nostro Paese. Da questo deriva una maggiore capacità di individuare positivi. Le attività di sequenziamento, invece, hanno finora riguardato il 10% circa dei positivi individuati da inizio pandemia e nel solo mese di maggio è stata tenuta una media di oltre 1.000 sequenziamenti al giorno. In Italia, invece, la situazione è limitata a report periodici. Il risultato non fotografa un’immagine puntuale della diffusione delle varianti. Infine, la campagna vaccinale. Il raffronto parla del il 61,7% della popolazione vaccinata con almeno una dose nel Regno Unito. Mentre da noi, la percentuale arriva al 47,3% con almeno una dose e il 23,0% con dose doppia. Tutto questo, in attesa di sapere quanto grande può essere il focolaio segnalata in queste ore.