Via alla demolizione della ex Cementir
La demolizione dell’ex stabilimento Cementir di Arquata ha preso il via e si prevede che durerà circa un anno. Durante questo periodo sarà necessario effettuare anche la bonifica dell’inquinamento da idrocarburi, per poi avviare la costruzione di edifici destinati alla logistica.
Nel corso dell’ultima riunione della Commissione Ambiente, il presidente Edoardo Dellepiane ha ricordato che nel 2024 era stata approvata una variante al piano regolatore che aveva trasformato la destinazione di questi siti da produttiva a logistica. Secondo lui, sarebbe stato necessario comprendere quale direzione avrebbe preso il territorio e quali sarebbero state le ricadute sociali, economiche e ambientali di questa scelta.
Le criticità
Dellepiane aveva evidenziato che le principali criticità della demolizione avrebbero riguardato il rumore e la dispersione di polveri. I lavori di abbattimento, avviati nell’area di 160mila metri quadrati, erano stati affidati alla Officine Mak, azienda del gruppo Paullo. La tecnica comunale Monica Ubaldeschi aveva spiegato che, nei mesi precedenti, le prime operazioni avevano interessato gli impianti e che già a dicembre era stata necessaria un’ordinanza per garantire il rispetto delle prescrizioni sulle polveri.
Aveva aggiunto che i lavori erano iniziati dalle parti più semplici e che la proprietà intendeva macinare sul posto la quasi totalità delle macerie mediante un impianto mobile, attività per la quale era però richiesta l’autorizzazione della Provincia. Secondo lei, l’abbattimento completo dello stabilimento avrebbe richiesto circa un anno.
Gli idrocarburi
Nel frattempo, era stata rilevata una contaminazione da idrocarburi in una parte dell’area. L’Arpa aveva richiesto alla Paullo un piano di indagini ambientali, dal quale era emersa la presenza di idrocarburi, con ogni probabilità riconducibile alla precedente proprietà, stando alle parole di Monica Ubaldeschi. Dopo essere stato di proprietà dell’Iri e del gruppo Caltagirone, infatti, il cementificio era passato a Italcementi, che lo aveva poi affidato alla Buzzi. La Paullo, il 19 marzo, aveva presentato un progetto di bonifica, al termine del quale si procederebbe con la caratterizzazione dell’area per verificare quanto ulteriore inquinamento potrebbe essere rimasto. Si effettuerebbe anche un campionamento in contraddittorio con l’Arpa. Nel corso della riunione della Commissione era stato inoltre riferito che l’Asl aveva già approvato il piano di risanamento dell’amianto.
Il sindaco Alberto Basso aveva dichiarato che l’obiettivo era stato quello di evitare che la Cementir facesse la stessa fine della Iciesse, rimanendo abbandonata e inquinata. Aveva spiegato che destinare l’area al settore terziario era stato impossibile e che l’unica soluzione per garantire tempi rapidi era stata la sua trasformazione in polo logistico. Aveva infine sottolineato l’importanza di completare la bonifica, aggiungendo che le nuove costruzioni per la logistica avrebbero previsto il riciclo delle acque piovane e l’installazione di pannelli solari.