Il Tribunale conferma, con la sentenza d’appello, la condanna in Primo Grado della Damonte
Il Tribunale di Torino ha confermato, con sentenza delle scorse ore, la condanna di un anno a Gianna Damonte. Colpevoli dei fatti del luglio 2016, dove perse la vita il suo amante, Riccardo Sansebastiano. L’uomo, novese, era un dirigente dell’Atc di Alessandria.
E ad Alessandria si svolse la vicenda che ha portato al processo. Luglio 2016. In una mansarda in via Maggioli al quartiere Cristo, viene rinvenuto il cadavere del dirigente Atc. I due erano amanti e si erano incontrati in quell’appartamento, per dedicarsi a giochi erotici di bondage, pratiche estreme e rischiose. Un mix che, unito al caldo estivo di oltre 35 gradi, aveva portato alla morte dell’uomo. Secondo le ricostruzioni, lui stesso aveva chiesto alla Damonte di essere legato a un palo, mentre la donna se ne era andata per alcune ore. Quando la Damonte era tornata, era troppo tardi. Nemmeno il 118 era riuscito a rianimarlo, vittima di un clima asfissiante, strangolato dai materiali a cui era legato e impossibilitato a liberarsi.
Il Primo grado del processo aveva visto l’accusa chiedere sei anni a Gianna Damonte per omicidio preterintenzionale. I magistrati, dal canto loro, le avevano riconosciuto l’omicidio colposo e la condanna a un anno. Condanna confermata con sentenza d’Appello, oltre al pagamento delle spese processuali a favore della parte civile.
(red.)