Giuseppe Cavo Dragone fa il punto della situazione sul conflitto in atto in Ucraina

Il Capo di Stato Maggiore, Giuseppe Cavo Dragone, è intervenuto nelle scorse ore per fare il punto della situazione sul conflitto in Ucraina. L’ammiraglio, arquatese di nascita e novese di adozione, ha parlato ai taccuini di Repubblica.

 

Una intervista completa, che spazia tra il futuro della guerra tra russi e ucraini e la lezione che l’Europa deve imparare. Partiamo, innanzitutto, dalla situazione attuale. “L’offensiva di Putin è in affanno”. Dichiara e prosegue. “Ritengo che il conflitto non durerà molto. La mia è in parte una convinzione e in parte una speranza. I russi hanno sottovalutato la resistenza avversaria e sopravvalutato la loro forza”. Nessuno, dalle sue parole nemmeno l’Ammiraglio, si sarebbe aspettato un conflitto all’interno dell’Europa. Il secondo, dopo gli anni delle guerre che hanno interessato l’intera penisola balcanica.

 

E allora, ecco che dal momento che stiamo vivendo occorre trarre delle lezioni. “Nato e Unione Europea devono capire che questo conflitto servirà ad accelerare il processo di difesa europea. Che sarà complementare alla Nato, ovviamente, ma diventa indispensabile. Questa è la prima lezione che abbiamo appreso in questi tristi giorni”. Riorientare il dispositivo militare, per Giuseppe Cavo Dragone, è un punto fondamentale per costruire la Difesa continentale di domani. Non solo per affrontare il nemico sul campo di battaglia. “La Difesa deve rivestire un ruolo importante anche nelle fasi di preparazioni, influite dal dominio cyber. Dovremo prepararci anche ad affrontare questa minaccia”.

 

Un confilitto “multidomino”, che non riguardi solo mare, terra e aria, ma anche “la rete”. Il Capo di Stato Maggiore afferma di averne parlato con il Ministro della Difesa Guerini. Ma per combattere e difendere il Paese, vi sarà probabilmente il bisogno di aumentare gli organici. “Ero di questa idea prima, ancora di più adesso: il virus e la guerra indicano il bisogno di avere più militari in servizio”. Conclude l’Ammiraglio.