Gianfrancesco Capurro raccontato da Lorenzo Robbiano
Un prete avanti coi tempi, talmente inserito nel contesto sociale da divenire riferimento per il territorio e per un mondo variegato che spaziava dagli ultimi (operai e contadini) ai re passando per il clero a cui apparteneva. Di Gianfrancesco Capurro, parroco novese vissuto nella fase centrale dell’Ottocento e morto 140 anni fa, andrebbe rivisitata la figura e lo spessore che seppe creare con il suo insegnamento. Perché un uomo che fu sacerdote, insegnante, archeologo e tanto altro rimane un riferimento per i posteri al punto che qualcuno lo paragona a don Milani.
La figura del parroco nato alla Merella e vissuto a Novi per tutti i suoi giorni è stata riscoperta dall’ultimo libro di Lorenzo Robbiano. Venerdì 24 giugno alle 17.30 alla chiesa della Maddalena presenterà il suo Gianfrancesco Capurro. Sacerdote scomodo e progressista dell’Ottocento novese.
Un personaggio avanti rispetto al suo tempo, capace di intercettare le istanze della società come spiega l’autore Lorenzo Robbiano. «Nacque in una famiglia di possidenti alla Merella e l’inclinazione familiare lo agevolò al suo percorso. Suo padre istituì proprio nella frazione novese la prima scuola per figli di povera gente. E don Capurro fu sempre spinto a ideali di progresso».
Nel libro Robbiano racconta la vita di un prete fuori dall’ordinario per il clero del tempo. Nel numero di Panorama di Novi in edicola l’approfondimento a cura di Maurizio Iappini.