Ex Ilva, la scarsa produzione nella sede di Taranto mette in difficoltà gli stabilimenti di Novi e Genova

 

La scarsa produzione dell’ex Ilva di Taranto sta avendo effetti negativi anche sul lavoro negli stabilimenti di Genova e Novi Ligure, che per questo motivo al momento stanno lavorando ad un terzo della loro capacità produttiva.

Nello stabilimento novese, nel 2022, sono state prodotte 300 mila tonnellate di acciaio zincato rispetto alle 900 mila lavorate nel 2021, a fronte di una capacità produttiva degli impianti di 1,5 milioni. Numeri in ribasso anche a Cornigliano, dove dalle 420 mila tonnellate del 2021 si è passati 313 mila nello scorso anno, a fronte di una capacità produttiva pari a 900 mila tonnellate.

 

Secondo quanto riportato dai delegati Fiom delle Rsu di Genova e di Novi Ligure in un articolo del Secolo XIX, al momento gran parte dei carichi delle navi provenienti da Taranto vengono sbarcati a Piombino, mentre a Genova arrivano al massimo 4 o 5 navi al mese, e non a pieno carico. Le scarse produzioni in arrivo dalla Puglia – rallentate dalla mancanza di materie prime e materiali e dalla crisi economica in cui attualmente versa l’azienda – non riescono pertanto ad alimentari gli stabilimenti del Nord, a tal punto che nello stabilimento novese, nei primi mesi di quest’anno, l’elettro zincatura, l’alluminato e la ricottura continua sono rimasti totalmente fermi. Inoltre, a marzo scadrà la cassa integrazione straordinaria, che però potrà essere rinnovata per un ulteriore anno. Domani, proprio nello stabilimento novese, avrà inizio il giro di incontri sul territorio del gruppo, che terminerà il 24 a Taranto, nel corso dei quali i sindacati sperano venga presentato un piano industriale per capire quale sarà il futuro dei vari stabilimenti e dei lavoratori.