Oggi l’audizione della Regione Piemonte sulla questione Ex ilva in Commissione Industria al Senato

 

Un nuovo incontro oggi, martedì 6 febbraio, al Senato per discutere sul futuro dell’ex Ilva.  In Commissione Industria l’audizione della Regione Piemonte, alla quale hanno partecipato il presidente Alberto Cirio, l’assessore al Lavoro Elena Chiorino, e i sindaci dei Comuni interessati dagli stabilimenti di Acciaierie d’Italia, i primi cittadini di Novi Ligure, Rocchino Muliere, di Racconigi Valerio Oderda e il vice sindaco di Gattinara, Daniele Baglione.

«Abbiamo chiesto di essere auditi perché la questione dell’Ilva non è solo una vicenda che riguarda Taranto, ma coinvolge il Piemonte con circa 3 mila lavoratori diretti negli stabilimenti e l’indotto, e l’Italia intera. La Regione Piemonte è al fianco del governo nella gestione di questa problematica per garantire un futuro all’industria italiana in un settore così strategico per il Paese» ha spiegato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.

«La Regione è disponibile a mettere in campo tutte le misure necessarie per avviare una strategia di supporto alla capacità produttiva dell’ex Ilva. Siamo pronti a condividere e rendere disponibili politiche attive sulla formazione capaci di rispondere alle esigenze di eventuali o nuove o aggiuntive competenze. Condividiamo la grande attenzione del Governo Meloni che ringraziamo per aver presentato azioni concrete a sostegno di uno dei principali settori dell’economia nazionale» ha dichiarato l’assessore al Lavoro Elena Chiorino.

La Regione Piemonte segue la vicenda dell’Ilva con un tavolo permanente insieme ad amministratori e sindacati: la prossima riunione del tavolo è prevista venerdì 9 febbraio a Novi Ligure, sede del principale stabilimento Ilva in Piemonte, alle 9,30 al Museo dei Campionissimi.

Anche il sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere, ha ribadito la preoccupazione a nome di tutta la città “per la grave situazione”.

“Oggi l’ex Ilva di Novi occupa 600 lavoratori, più altri 200/250 dell’indotto, tra quelli dell’autotrasporto, manutenzione, pulizie, movimentazione, mensa, e se i lavoratori dipendenti usufruiranno degli ammortizzatori sociali, quelli dell’indotto rischiano di non avere nessuna copertura – ha aggiunto Muliere – Oggi lo stabilimento è praticamente fermo perché non arrivano rotoli d’acciaio da Taranto. La situazione rischia di diventare insostenibile e sta crescendo in città, e soprattutto tra i lavoratori, un clima di attesa e di rabbia. Fino ad oggi c’è stato un grande senso di responsabilità da parte di tutti, ma se non dovessero arrivare risposte certe nei prossimi giorni i rischi di tenuta sociale sono forti».