Anche l’ex Ilva di Novi a rischio
L’altoforno 2 di Taranto si ferma, ma questo potrebbe mettere a rischio lo stabilimento di Novi. Infatti fonti sindacali riportano che restano pochissimi semilavorati per far funzionare la fabbrica. Dopodiché ci sarà la cassa integrazione. Ma all’ex Ilva di Novi sono già 150 i dipendenti in cassa straordinaria a rotazione. Una cassa concessa dal governo nonostante il mancato accordo con i sindacati di categoria. Ci sono però dipendenti che non arrivano a 900 euro al mese.
Le due settimane di ferie dovrebbero essere garantite, ma in tanti hanno un alto monte ore di ferie da smaltire. Non solo, chi ne ha la possibilità lascia lo stabilimento. Sono 628 oggi i lavoratori, contro i 700 previsti.
Preoccupa però la produzione, che rallenta sempre più. Questo anche per l’aumento dei prezzi dell’energia e del carbon coke necessario per far funzionare gli altoforni. I sindacati vogliono chiarezza sui numeri: il 26 luglio a Roma ci sarà un incontro tra Fiom, Fim e Uilm, l’azienda e i ministri dello Sviluppo economico e del Lavoro. A Novi nel mentre la visita dell’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia Lucia Morselli e il presidente Franco Bernabé.