Battaglia di Pertuso, domenica la giornata del ricordo

Domani, 29 agosto, la val Borbera ricordera la Battaglia di Pertuso del 1944. Appuntamento alle 10 15 presso la stele che ricorda la lotta tra partigiani e nazifascisti, posta all’ingresso dell’alta valle. Inoltre, per rendere speciale la ricorrenza, verrà inaugurata una lapide commemorativa, dedicata ai partigiani della divisione “Pinan Cichero”. L’opera sarà collocata sulla roccia a margine della strada Provinciale 140, nei pressi della frazione di Cantalupo teatro della battaglia.

 

Si tratta di una lapide finanziata interamente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Il presidente dell’ente, Luciano Mariano, ha dichiarato. Preservare la memoria dei partigiani è una occasione per sottolineare l’importanza di quei valori di libertà, uguaglianza e giustizia sociale che sono alla base della democrazia. E’questo il motivo per cui il nostro Ente ha deciso di finanziare il restauro della lapide che commemora un evento fondamentale della lotta partigiana nel territorio”.

 

Il primo cittadino di Cantalupo, Pierluigi Debenedetti, ha spiegato i motivi del restauro della lapide, collocata nel 1947 e resa illegibile dalla usura del tempo. “E’ importante che le istituzioni contribuiscano a mantenere viva la memoria ed è significativo che alla commemorazione della battaglia parteciperanno non soltanto rappresentanti delle istituzioni civili ma anche di quelle militari”.

 

Presente il governatore

Saranno, infatti, presenti, oltre al Sindaco di Cantalupo e quelli di Novi, anche i rappresentanti provinciale di ANPI e FVL. Inoltre, è previsto l’intervento conclusivo del Presidente della Giunta Regionale del Piemonte, Alberto Cirio.

 

 Una tappa decisiva della lotta partigiana

La località, oggi inserita come tappa negli itinerari dei percorsi della memoria, fu teatro della cruenta battaglia che si consumò al termine nell’agosto del 1944. Quando un gruppo di partigiani, con il supporto degli abitanti della Val Borbera, riuscì a far arretrare i reparti nazifascisti che avevano cinto d’assedio la zona.