Ergastolo confermato per il delitto di Arquata

 

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna comminata dal Tribunale di Alessandria e dalla Corte di Appello di Torino per il delitto di Arquata. Ergastolo per Mauro Traverso, 50 anni, che aveva sequestrato e lasciato morire la madre, Igina Fabbri, a Pessino, una borgata di Arquata Scrivia, per ragioni economiche. L’uomo, tossicodipendente, era stato arrestato dai carabinieri cinque mesi dopo il fatto.

Nel febbraio del 2018 viveva con la madre ad Arquata, separato dalla compagna e in difficoltà economiche. Dal processo è venuto fuori che il 4 febbraio Mauro Traverso portò la madre a Pessino, in un’altra casa senza riscaldamento ed elettricità. Recandosi poi più volte al bancomat usando le carte intestate alla madre. L’ex convivente aveva notato l’assenza della Fabbri dalla casa di Arquata, ma Traverso disse che era dal medico, nonostante la donna notasse i bancomat della Fabbri.

Traverso chiamò poi il 118 il 6 febbraio: arrivati nella casa di Pessino, gli operatori trovarono la madre agonizzante per il freddo. Era anche immobilizzata, con i i polsi sanguinanti legati con fascette. Morì poco dopo. I sospetti ricaddero subito su Traverso, che aveva parlato di un’aggressione subita da lui e dalla madre proprio a Pessino da parte di due cittadini marocchini. Secondo la sua ricostruzione i due lo avrebbero colpito alla fronte con la canna della pistola, per prelevare poi la donna e chiedere un riscatto di 5mila euro. Una versione durata poco anche per le confidenze fatte da Traverso ai familiari e per la testimonianza dell’ex compagna. Traverso è stato condannato anche a risarcire la figlia, costituita parte civile.