Covid, la regione a rischio zona arancione. A Novi oggi superati quota 900 contagiati

In tema Covid, due sono le notizie da sottolineare nella giornata odierna. Il Piemonte potrebbe passare in zona arancione da lunedì 24 gennaio. Il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva si abbassa dal 23,2% al 22,8%. Mentre quello dei posti letto ordinari sale dal 28,4% al 30,3%, seppur solo dello 0,3%, sopra la soglia prevista per la permanenza in zona gialla. Domani la possibile conferma di cambio di colore.

 

Passando al nostro territorio, occorre segnalare la crescita di casi a Novi, che oggi tocca quota 910, picco massimo raggiunto negli ultimi mesi. Nel dettaglio dei numeri odierni gli altri comuni maggiormente colpiti

 

I numeri

Sono 47.138 le persone comunicate all’Unità di Crisi della Regione Piemonte che oggi hanno ricevuto il vaccino contro il Covid. A 3.097 è stata somministrata la prima dose, a 2.834 la seconda, a 41.207 la terza.

 

Per quanto riguarda i contagi, come anticipato, oggi sono 15.328, ovvero una leggera diminuzione rispetto ai numeri di ieri. Di questi, l’82,6% risulta essere asintomatico. Novi riprende a salire, con 910 positivi, seguita da Arquata con 269, Serravalle con 225, Pozzolo 169, Gavi 124, Cassano 78 e Borghetto 58.

 

I ricoverati in terapia intensiva sono 143 (+1 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.056 (7 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 170.172. I decessi di pazienti per cause da Covid sono 31, dei quali 4 oggi, mentre i guariti totali arrivano a 571.870 (+13.495 rispetto a ieri).

 

Infine, altre due notizie. Da domani, i giovani tra i 12 e i 19 anni potranno ricevere la prima dose effettuando l’accesso diretto nei centri vaccinali che saranno consultabili sul sito della Regione. Mentre la pandemia mette in crisi anche il settore delle cure domiciliari, secondo i sindacati. Infatti, NursingUp denuncia che non solo l’ampliamento e l’adeguamento del personale non c’è stato, ma un po’ in tutto il Piemonte le cure domiciliari sono state al contrario sguarnite e messe in grande difficoltà. La palla passa ora all’ente regionale.