Carlo Cottarelli intervistato in esclusiva da Panorama di Novi

Il prossimo 17 settembre, nell’ambito della rassegna “Cabella incontra”, il Professor Carlo Cottarelli interverrà al Pala Vittoria. Un incontro organizzato dalla Pro Loco e moderato dal direttore de “Il Secolo XIX” Luca Ubaldeschi. Economista di fama mondiale, Direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici, in passato Commissario Straordinario per la Spending Review sotto i Governi Letta e Renzi e Direttore del Dipartimento Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale. Una figura di spicco dell’universo economico – finanziario, che Panorama di Novi ha intervistato in esclusiva.

 

Professor Cottarelli, nel primo semestre del 2022 l’Italia è sembrata in ripresa, finalmente in linea con la media europea. Gli indicatori di fine luglio parlano di un +1% rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Quali sono i fattori che hanno portato a questo risultato?

 

Siamo in linea con la media UE, niente di più. La notizia importante ritengo sia che il nostro Paese, dopo molto tempo, non è più il fanalino di coda dell’Eurozona. In un certo senso, è un risultato fisiologico. Non possiamo essere sempre gli ultimi, ma, utilizzando una metafora ciclistica, non direi che abbiamo recuperato sul gruppo. Semplicemente, abbiamo perso meno terreno. La verità è che dovremmo puntare a crescere oltre la media europea, ma si tratta di un percorso lungo. Penso che per l’Italia sia stato un successo uscire in maniera rapida dalla crisi causata dal Covid tra il 2020 e il 2021.

 

Si riferisce ai fondi elargiti dal PNRR?

 

No, vi sono due fattori che hanno caratterizzato questa veloce ripresa. Uno di stampo economico. Ovvero l’enorme quantità di denaro proveniente dall’Unione Europea, non dal PNRR, ma grazie all’acquisto da parte della Banca Centrale Europea dei nostri titoli di Stato. Il secondo, direi più politico, e mi riferisco all’ottima gestione della pandemia e del post pandemia da parte del Governo di Mario Draghi. Bisognerà capire cosa succederà ora che Draghi è uscito dalla contesa. Al momento, resta un grande punto di domanda.

 

Il prossimo 25 settembre, per restare in ambito politico, torneremo a votare. Con l’attuale sistema elettorale, crede chi si corra il rischio di ripetere lo stallo del 2018? Stallo durante il quale, il Presidente Mattarella le conferì il mandato esplorativo?

 

Credo di no. La situazione del marzo di quattro anni fa era particolare. L’Italia politica era nettamente spezzata in tre parti. Il Movimento 5 Stelle, la Lega e il Partito Democratico non avevamo i numeri per formare un governo. Vi era l’assoluta necessità di raggiungere una maggioranza che fosse composta dal M5S e da un altro partito. Cosa che si realizzò con il Governo denominato “giallo – verde”. Questo non avverrà dopo il voto di settembre. Dai seggi penso uscirà una chiara indicazione su chi amministrerà il Paese nella prossima legislatura.

 

Un secondo dopo la caduta di Draghi, è subito partita la campagna elettorale. Tra ipotesi di tasse di successione da parte del Pd, rilanci di Lega e M5S su quota 41 e reddito di cittadinanza, Forza Italia che chiede le pensioni a mille Euro, potrebbe darci un suo giudizio su queste proposte politiche?

 

Temo sia ancora prematuro. Al momento sono solo dichiarazioni elettorali, tutto qui. Occorre aspettare il momento in cui i partiti presenteranno ufficialmente i loro programmi. Solo in quel momento potremmo dare una corretta valutazione sulle proposte economiche.

 

Carlo Cottarelli Cabella

La locandina dell’evento del 17 settembre

 

Torniamo all’ambito finanziario. Esiste un problema che colpisce tutti, dai lavoratori alle famiglie: l’inflazione. I dati ISTAT di fine luglio parlano di un +7,9% in un anno e di un +0,4 rispetto a giugno. ÈE il risultato della crescita dei prezzi delle materie prime e dell’energia o esiste veramente un eccesso di domanda rispetto all’offerta?

 

Chiaramente, l’aumento dei prezzi delle materie prime a livello globale è dovuto all’eccesso della domanda sull’offerta delle materie prime stesse. La domanda, a livello mondiale, cresce molto di più che l’offerta. L’aumento dell’inflazione è una chiara conseguenza. Il motivo? Il risultato di politiche espansive. A mio avviso, troppo. Questa esagerazione ha portato all’attuale situazione, che nasce già dal 2021, toccando i picchi che l’Istat ha sottolineato con l’ultimo report.

 

Come valuta la decisione della Banca Centrale Europea di aumentare il tasso di sconto? Si tratta di una misura sufficiente per contenere l’aumento dei prezzi?

 

Era una misura necessaria e penso che arriveranno altri aumenti. In un quadro nel quale il rendimento dei depositi bancari era pari a zero, le persone erano orientate a spendere e questo crea un grosso squilibrio tra tassi di interesse e di inflazione. Bisogna aumentare i tassi di interesse e così sarà anche in futuro.

 

Concludiamo con un piccolo excursus locale. La crisi dell’Ilva. Una azienda che per Novi e il nostro territorio rappresenta molto in termini occupazionali e produttivi. Qual’è la sua opinione in merito all’ingresso dello Stato nel capitale, fino a controllarne la maggioranza?

 

In situazioni di crisi, proprio come il caso dell’Ilva, è necessario che il Pubblico intervenga. La domanda non è se lo Stato debba entare nel capitale della azienda. La domanda è per quanto tempo. Un ingresso per risolvere la crisi attuale o per restarvi in eterno? Vedremo come si evolverà la situazione con Ilva. Stesso discorso, a breve, per un altro asset che sta attraversando un periodo complesso: Alitalia.

 

(g.g.)