Lo speciale per Bice Rachele Neppi e Silvio Salomon Ottolenghi

 

Anche Novi ha avuto un rapporto con il Giorno della Memoria e quel che ha significato per la città. Esempi negativi ma anche positivi come quello di Bice Rachele Lia Neppi che in città forse trovò la sua salvezza. A Novi, le persone coi capelli bianchi la ricordano ancora, mentre per le nuove generazioni il nome di Bice Neppi è solo una voce dell’enciclopedia Treccani.

Bice Rachele Lia Neppi è stata una scienziata di origini ebraiche che nel periodo delle leggi razziali e della Seconda guerra mondiale visse in città come un fantasma anche grazie al coraggio di una famiglia, i Caraccia, che non si privò del talento di quella donna che fu tra le prime italiane laureate in chimica e che li ripagò con un brevetto che trasformò l’allora piccola Bioindustria in un colosso mondiale della farmaceutica.

A Novi Bice Neppi arrivò dopo il 1938 quando fu espulsa ‘perché di razza ebraica’ dal Politecnico di Milano e perse la codirezione della cattedra di Sierologia: in città arrivò la persona che negli ultimi tempi della sua permanenza nella città meneghina era sul punto di fare una scoperta scientifica importante. Orgogliosa com’era, si racconta che quando seppe dell’espulsione da ogni Università italiana, Bice abbia distrutto tutti gli appunti per ripartire da zero.

 

Ma il 29 giugno 1944 in via Cavour a Novi le SS arrestarono Silvio Salomon Ottolenghi, un nostro concittadino di religione ebraica. Deportato ad Auschwitz, non fece mai più ritorno. Nel 2018 è stata posta davanti a casa sua una pietra d’inciampo, che ricordi ai passanti cosa è successo a Ottolenghi, per evitare che la barbarie fascista e nazista si ripeta. Per il Giorno della Memoria, il 27 gennaio, è previsto un momento di raccoglimento davanti a questa pietra di inciampo per ricordare la figura e la vicenda di Silvio Salomon Ottolenghi.

 

Nel numero di Panorama di Novi in edicola trovate il nostro speciale a cura di Maurizio Iappini.