Non si ferma l’espansione della Peste suina africana

 

Ancora critica la situazione della peste suina africana nelle nostre zone. Salgono infatti a 25 gli esemplari di cinghiali morti infetti. Con uno trovato addirittura fuori dall’area dell’Appennino. La Regione aveva pubblicato permessi e divieti per contenere l’epidemia, ma l’espansione sembra non fermarsi.

Intanto i dati aggiornati dall’istituto zooprofilattico di Torino. 14 sul territorio alessandrino ma crescono in provincia di Genova: da 7 a 11 in un giorno. Scoperto però un cinghiale ucciso dalla malattia a Staglieno, in città a Genova, lontano quindi dalle nostre zone. I tre nuovi casi riguardano Isola del Cantone, Mignanego e Rossiglione, dopo i casi di Ronco Scrivia e Campo Ligure.

 

Un’altra complicanza poi tra Strevi e Acqui Terme, con l’utilizzo dei droni impossibile per gelo e nebbia. Battuto quindi a piedi il territorio, mentre con i droni si riproverà nel fine settimana.

 

Un grande problema riguarda la macellazione dei suini. Sono infatti più di 4mila i maiali che dovranno essere macellati nel più breve tempo possibile nella zona infetta del nostro territorio. L’Asl è già in contatto con gli allevatori. «Si deve programmare la macellazione dei
suini negli allevamenti di tipo commerciale con divieto di riproduzione e di ripopolamento per 6 mesi». Queste le parole dalla regione, che cambia la precedente direttiva. Ora si macellano anche quelli nei capannoni, non solo gli allevamenti allo stato brado.

Il provvedimento va maggiormente a toccare i tre grandi allevamenti della zona infetta, cioè Lerma, Cassine e Borghetto Borbera. Nel mentre però ci sono le varie voci che si avvicendano, da Confagricoltura a Coldiretti a Cia. Per un problema che sembra aumentare sempre di più e di cui si fatica a vedere la soluzione.