Il 1 ottobre la presentazione dell’ultima fatica di Raffaella Romagnolo

Raffaella Romagnolo, scrittrice e insegnante, presenterà il suo ultimo libro “Di luce propria” venerdì primo ottobre. Inizio alle 21, presso il castello di Pozzolo. L’iniziativa rientra nel quadro di “Libri in castello”, realizzato dall’assessorato alla Cultura, dalla locale Biblioteca civica diretta da Alessandra Acerbi e dalla associazione culturale “Librialsole”.

 

Purtroppo a causa delle limitazioni imposte dalla emergenza sanitaria del Coronavirus, solo venti persone potranno assistere alla presentazione del libro e dovranno essere in possesso del Green Pass o di un certificato di tampone negativo.

 

Scrittrice di successo

Raffaella Romagnolo è nata a Casale nel 1971 e vive con il marito a Rocca Grimalda, nell’Ovadese. Laureata in Lettere italiane all’Università di Genova, docente di italiano e storia in un istituto superiore, è una scrittrice assai prolifica e con un suo libro, “Respira con me”, è stata finalista al premio Strega per ragazzi e ragazze nel 2020. Un altro suo libro, “La figlia sbagliata”, è stato candidato al Premio Strega, vincitore del Premio dei Lettori di Lucca e tradotto anche in arabo.

 

“Di Luce Propria” è stato pubblicato nel mese di marzo di quest’anno. Si tratta di un romanzo civile, ma allo stesso tempo intimo. Raffaella Romagnolo colloca la vicenda nei primi anni dell’Unità d’Italia. Il protagonista, Antonio, il cui nome viene rinvenuto in una scheda dell’ospedale maggiore detto Il Pammatore, l’Orfanotrofio di Genova, e la sua nascita, fissata nel 1855. Una mattina di fine aprile del 1867 Antonio, appena dodicenne, aspetta, come gli altri orfanelli di essere scelto, soprattutto dai contadini, che scendevano in città tutte le settimane per prendere i ragazzi migliori e contrattare il sussidio.

 

Conosce Alessandro Pavia. Da lui apprende la grammatica, la passione per la politica, l’amore per la giustizia e soprattutto la nuovissima arte della fotografia. Infatti il leitmotiv del romanzo è la luce.  Antonio, tramite la fotografia, riesce a vedere quello che gli altri non vedono, la sofferenza, i dolori, gli incubi di ciascuno dei fotografati. In una storia nella quale si descrivono i funerali di Giuseppe Mazzini che hanno avuto luogo a Genova nel 1872. E i moti popolari di Milano del 1898 repressi dal generale Bava Beccaris, l’assassinio del re Umberto primo due anni dopo.