Ancora truffe al reddito di cittadinanza, intervengono anche i Carabinieri di Novi
Il modus operandi per le truffe al reddito di cittadinanza è sempre lo stesso. Attestare falsamente la propria residenza in Italia da almeno 10 anni e l’assenza di pendenze penali. Poi si prosegue presentandosi presso un ufficio postale della provincia di Alessandria non coincidente con il domicilio. Tutto per ottenere il reddito di cittadinanza nel periodo che intercorre dalla presentazione della domanda agli accertamenti INPS.
Tuttavia non è il solo escamotage utilizzato dai “furbetti del reddito di cittadinanza”. Sono riusciti a ottenere il sussidio anche dichiarando falsamente la non sottoposizione a misure cautelari o di limitazione della libertà personale imposte dall’Autorità Giudiziaria. Così, numerosi cittadini extracomunitari, prevalentemente rumeni e marocchini, spesso senza fissa dimora e con precedenti di polizia, alcuni dei quali ricercati, avevano ottenuto il sussidio.
L’intervento dei Carabinieri di Novi
Per questo, gli autori delle truffe sono stati denunciati dai Carabinieri del Comando Provinciale di Alessandria. In tutto, nel corso dell’ampia attività di indagine condotta e tutt’ora in corso, sono oltre trenta le persone denunciate, alle quali potrebbero aggiungersene altre già finite nella lente di ingrandimento dei Carabinieri. Assieme a quella di Casale, l’attività dei Carabinieri di Novi aveva portato al deferimento di un 22enne rumeno senza fissa dimora.
Dopo avere attestato falsamente la propria residenza, aveva ottenuto presso un ufficio postale il rilascio della carta Postepay su cui si era visto accreditare l’ingiusto sussidio per oltre 4mila euro. Come lui un 52enne e una 48enne, anch’essi rumeni senza fissa dimora. Attestavano di essere residenti a Milano e ricevevano entrambi mille euro di sussidio.
Meno fortunati un 21enne rumeno senza fissa dimora, che attestava di essere residente a Milano ma che non riusciva a ricevere la carta Postepay a causa di un intoppo burocratico. Pure un 58enne, sempre rumeno e senza fissa dimora, che pur attestando falsamente la residenza a Milano non otteneva la Postepay e il relativo sussidio per il sospetto destato nella direttrice dell’ufficio postale dove aveva presentato domanda.
Le altre denunce
Sempre i Carabinieri novesi avevano denunciato un 17enne, una 21enne e una 22enne, tutti rumeni e senza fissa dimora, per lo stesso reato. Questo dopo che il direttore di un ufficio postale, vista la documentazione prodotta, aveva rilasciato alla sola 21enne la carta Postepay con la somma di 2.300 euro, invitando gli altri due a tornare per il ritiro, cosa che, insospettiti, non facevano.
Tutti avevano dichiarato di risiedere sul territorio nazionale da almeno 10 anni, indicando una residenza inesistente e richiedendo un codice fiscale per cittadini stranieri non residenti.
Nonostante le difficoltà, gli indagati non desistevano. Pienamente consapevoli di non essere titolati a ricevere il reddito, presentavano l’istanza agli uffici INPS mediante un ignaro CAF del territorio. Ottenendo così l’autorizzazione al ritiro del beneficio presso un qualsiasi ufficio postale nazionale. L’intervento dei Carabinieri ha però interrotto l’illecita attività.