Continuano le indagini per l’omicidio a Borghetto: interviene anche il GIP

 

Il Giudice per l’Indagine Preliminare non ha convalidato l’arresto disposto a carico di Agostina Barbieri. Ha ritenuto che non vi fosse pericolo di fuga e quindi che non sussistessero i presupposti di legge. Continua quindi la trafila per l’omicidio a Borghetto.

Il GIP ha disposto la misura cautelare della detenzione in carcere per il periodo strettamente necessario all’espletamento delle indagini in loco. Si tratta infatti di adempimenti molto delicati, e comunque non oltre due mesi. I difensori della Barbieri sono gli avvocati Silvia Nativi e Lorenzo Repetti.

 

«La mia assistita è molto provata. Molto» ha commentato il legale della donna, Silvia Nativi. Da ieri è affiancata nella difesa anche da Lorenzo Repetti, penalista alessandrino. Agostina Barbieri, 60 anni, ha confessato l’omicidio del marito, Luciano Giacobone, di 64 anni. La donna è rinchiusa nella sezione femminile del Lorusso Cotugno alle Vallette di Torino.

 

Agostina “Tina” Barbieri ha confessato l’omicidio chiamando direttamente lei i Carabinieri. La tragedia è avvenuta domenica 11 luglio, dopo l’ennesima lite domestica. Lite che era ripresa alla sera. A quel punto la donna ha messo delle gocce di sedativo nel bicchiere del marito. Quando le gocce hanno fatto effetto lei lo ha strangolato con i lacci delle scarpe.

 

Una vicenda di violenze domestiche che sembra andasse avanti da molto tempo. Ora, dopo l’omicidio a Borghetto, nella casa sono rimasti il figlio della coppia, che ha confermato la versione della madre al procuratore di Alessandria Enrico Cieri, e la madre di lei. Agostina Barbieri alle Forze dell’Ordine ha ripetuto più volte la sua profonda paura che il marito potesse uccidere il figlio e la madre, oltre che lei.

 

Il procuratore intanto ha affidato l’incarico per l’autopsia della vittima. Sarà l’esame autoptico quindi a confermare la confessione e la dinamica dell’omicidio.