CIT: prima di decidere sulla richiesta di concordato il Tribunale vuole vedere altri documenti

 

Aggiornata al prossimo 6 luglio l’udienza prefallimentare che vede coinvolto il CIT. Si è tenuta stamattina davanti al Tribunale di Alessandria.

 

Il rinvio di una settimana si è reso necessario per raccogliere ulteriore documentazione. Questo dopo che l’azienda di trasporti novesi ha richiesto l’apertura di un concordato in bianco. “Operazione che consente di congelare tutte le richieste di fallimento per sessanta giorni, prorogabili di altri sessanta e permette la pubblicazione del bando di gara e il proseguimento nell’azione di ricerca di un socio privato”. Così ha spiegato l’amministratore unico del CIT Silvio Mazzarello.

 

Tra i documenti che mancano all’appello, in particolare, vi sarebbero quelli attinenti al versamento da parte del Comune di Novi delle somme equivalenti alle quote sottoscritte per la ricapitalizzazione della società. Passaggio essenziale per procedere alla gara.

 

La procedura e le parole di Bonvini

 

La procedura prefallimentare è soggetta a rigidi principi di riservatezza, per cui non si sa chi abbia depositato il ricorso. Pare però che tutto sia partito da un esposto presentato alla Guardia di Finanza, riferito al periodo di interregno tra la gestione Licata e la nomina dell’attuale amministratore unico. In quel periodo si era scelto per quella posizione Francesco Bonvini. Bonvini poi non ottenne l’autorizzazione a ricoprire l’incarico da parte delle Ferrovie, ente di cui è dipendente.

 

Sugli autori dell’esposto nessuna conferma ufficiale, ma i nomi chiacchierati sono quelli di Christian de Fazio e Stefania Gambacorta.

 

Nel corso della commissione consiliare di ieri sera Francesco Bonvini, consigliere comunale di Solo Novi, ha affermato che Christian De Fazio gli era stato presentato come persona esperta a livello contabile. Stefania Gambacorta invece come amministratore delegato di un’azienda con oltre seicento dipendenti.

“Mi sono avvalso della loro collaborazione – ha affermato Francesco Bonvini – ma non hanno ricevuto alcun incarico. Semplicemente ho loro promesso che se fossi stato nominato amministratore unico del Cit loro sarebbero diventati dirigenti della partecipata. Ma solo se io fossi divenuto amministratore unico del CIT.”