Un nuovo appuntamento del progetto “Educazione alla legalità e al contrasto delle mafie”
Il prossimo incontro del progetto “Educazione alla legalità e al contrasto delle mafie”, giunto alla quarta edizione e curato dall’istituto Ciampini Boccardo di Novi è in programma giovedì 7 marzo 2024 alle 10:30, con Giovanni Paparcuri sopravvissuto, rimasto gravemente ferito nella strage del 29 luglio 1983 di Via Pipitone Federico a Palermo, dove morirono il consigliere istruttore Rocco Chinnici e altre tre persone, Mario Trapassi, Salvatore Bartolotta e Stefano Li Sacchi.
L’attentato fu compiuto alle 08:05 di venerdì 29 luglio quando una FIAT 126 color verde oliva carica con 75 Kg di tritolo fu fatta esplodere con un telecomando a distanza, proprio nel momento in cui il consigliere istruttore Rocco Chinnici stava salendo in macchina per recarsi al palazzo di giustizia. Dopo la strage Giovanni Paparcuri passò un anno di convalescenza per poi tornare al lavoro, ma in ufficio, collaborando con il giudice Giovanni Falcone e poi anche con Paolo Borsellino che in quel periodo stavano lavorando al maxiprocesso negli uffici blindati del Tribunale, il cosiddetto “bunkerino”. Oggi il ‘bunkerino’ è diventato il museo Falcone-Borsellino ma non è il solito museo e a Giovanni Paparcuri non piace chiamarlo così. E’ un luogo di memoria ideato e avviato proprio da lui, in cui vi sono gli strumenti originali dell’epoca utilizzati dai due magistrati, le macchine da scrivere, gli appunti, i primi computer, sedie e scrivanie.
“Non mi piace chiamarlo museo. La parola ‘museo’ mi ricorda qualcosa di vecchio e di polveroso ed essendo l’unico ancora in queste stanze, mi parrebbe di essere un fantasma. Questo non è un luogo di morte, ma di vita. Qui si può cogliere il lato professionale dei giudici ma anche quello umano: erano uomini allegri, scherzosi e si facevano molti dispetti a vicenda”.
Il progetto, intrapreso dalla professoressa Valentina Avvento a partire dall’anno scolastico 2020-2021, nasce dalla consapevolezza che la scuola riveste un ruolo centrale nella diffusione tra i giovani della cultura della legalità, dalla necessità di trasmettere alle nuove generazioni la memoria del passato e dal bisogno di parlare di mafie (oltre che di atteggiamenti e comportamenti “mafiosi”).
E’ emerso quanto lontani siano da questo problema i giovani del nord Italia e il corso ha lo scopo di fornire preziose occasioni di conoscenza del fenomeno mafioso e di conseguente crescita civica a favore della comunità scolastica. Infatti, sulla base della sua personale esperienza maturata a Palermo dove è nata, cresciuta e dove ha avuto la fortuna di essere alunna di padre Puglisi e di Gregorio Porcaro, Valentina Avvento ha sentito la necessità di far qualcosa per i suoi studenti.
Si è resa conto, infatti, che, per la stragrande maggioranza di loro, non esiste la minima percezione della pericolosità del fenomeno, ritenendolo, anzi, solo strettamente legato al Sud Italia e, per questo motivo, qualcosa di cui non è abbastanza necessario preoccuparsi. Grazie al progetto proposto dal Ciampini Boccardo del dirigente scolastico Mario Scarsi, molti hanno avuto la possibilità di approcciarsi al tema della mafia, di sviluppare un senso critico e, soprattutto, di trovare gli strumenti per contrastarla.
m.i.