Rimane solo la Provincia di Alessandria per le scorie nucleari
Resta solo la provincia di Alessandria per ospitare il deposito nazionale per le scorie nucleari, sito per custodire i materiali altamente pericolosi delle centrali nucleari dismesse italiane. La Sogin ha eliminato gli altri siti piemontesi, cioè Carmagnola e Caluso, lasciandone alla fine cinque su sei e come idonei solo quelli alessandrini già indicati: AL-8 tra Alessandria, Castelletto Monferrato e Quargnento; AL-14 tra Fubine e Quargnento; AL-3 tra Alessandria e Oviglio; AL-1 tra Bosco Marengo e Novi Ligure; Al-13 tra Castelnuovo Bormida e Sezzadio. Eliminato solo il sito AL-2 tra Bosco Marengo e Frugarolo. La Carta nazionale delle aree idonee (Cnai) in tutta Italia ha individuato 51 zone i cui requisiti sono stati giudicati in linea con i parametri previsti dalla Guida tecnica Isin, che recepisce le normative internazionali per queste strutture, dicono dal ministero.
A nulla è servita la mozione approvata dal Parlamento che sottolineava la presenza di aree Unesco vicino ai deposti. Oppure aziende a rischio di incidente come la Solvay o la discarica di Novi, assieme alla falda acquifera. Inutili anche le delibere contrarie di tantissimi Consigli comunali assieme alle osservazioni tecniche presentate da enti, associazioni e comitati.
Ora si prevedono nell’iter 30 giorni per presentare le autocandidature da parte dei Comuni. Che possono essere sia quelli indicati nella Cnai sia altri anche mai evidenziati nella carta. Poi la scelta finale toccherà alla presidenza del Consiglio. I sindaci si prenderanno quindi un giorno per decidere il da farsi e come agire di fronte alla notizia.