Annunciato un nuovo sciopero di 8 ore di tutti gli stabilimenti dell’ex Ilva
Non ha avuto l’esito sperato dai sindacati l’incontro che si è tenuto questa mattina a Palazzo Chigi a Roma con il Governo per discutere della crisi dell’ex Ilva.
Come spiegato dai rappresentanti nazionali di Uilm, Fiom Cgil e Fim Cisl, il Governo ha infatti subordinato ogni decisione sul futuro degli stabilimenti italiani all’assemblea di Acciaierie d’Italia previsa per il 23 novembre.
“Ci hanno chiesto di aspettare l’Assemblea dei soci il 23 novembre per verificare se ci sarà una ricapitalizzazione e se Mittal è disposto a mettere la sua percentuale del 62% sulle risorse che ha chiesto l’azienda, circa 320 milioni di Euro. Risorse che chiede senza un piano industriale, senza garanzie. – spiega il segretario nazionale della Uilm, Rocco Palombella – Tra l’altro anche il Memorandum non è stato minimamente citato. Da 4 anni Mittal non fa altro che sfruttare il nostro Paese, ricevere fondi pubblici e tenere gli stabilimenti a un livello di produzione minima con il rischio di chiusura dietro l’angolo. Questa situazione è inaccettabile, soprattutto se pensiamo che i lavoratori sono ogni giorno più in pericolo visti gli ultimi incidenti a Taranto e a Genova”.
I rappresentanti dei metalmeccanici hanno definito l’incontro di questa mattina “disastroso” e hanno pertanto annunciato un nuovo sciopero di 8 ore in tutti gli stabilimenti di Acciaierie d’Italia.
“Abbiamo deciso unitariamente 8 ore di sciopero nazionale, con iniziative articolate, entro il 23 novembre, perché vogliamo aprire una trattativa vera, che ad oggi non c’è. – aggiunge Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil – Chiediamo una presa di posizione da parte del Governo. Lo Stato italiano deve decidere se sta con i lavoratori e con l’industria dell’acciaio o con una multinazionale che ad oggi non sta garantendo il rispetto degli accordi, a partire da quello del 2018, delle Istituzioni e dei lavoratori e sta utilizzando la cassa integrazione come regolatore finanziario”.