Cessione Pernigotti: ora c’è anche la firma

La notizia era nell’aria già da alcuni giorni e ora c’è anche l’ufficialità. A breve, la Pernigotti non sarà più in mano ai fratelli Toksoz, i quali hanno ceduto l’intero pacchetto azionario alla Lynstone, società del gruppo statunitense Jp Morgan.

 

La firma tra le parti è arrivata lo scorso venerdì e il closing definitivo arriverà, come previsto, entro il 30 settembre. La fase di due diligence che accompagnerà l’operazione fino a quella data servirà per mettere a punti alcuni passaggi burocratici propedeutici alla chiusura. Un nuovo incontro fissato per mercoledì mattina dal Ministero del Lavoro, al quale parteciperanno pure i rappresentanti del Mise, dovrebbe poi chiarire del tutto le dinamiche relative alla concessione di una nuova cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione aziendale dalla durata di 2 anni.

 

“Finalmente una buona notizia – sottolinea Tiziano Crocco, segretario provinciale Uila Uil – Mi auguro che gli ammortizzatori partano successivamente al closing e quindi con Jp Morgan. I turchi non si meritano di vedere un nuovo periodo di cassa, anche se breve. Per l’azienda non hanno fatto nulla né in tema di investimenti né a livello di formazione dei dipendenti. Tutti gli investimenti che verranno fatti in futuro devono essere funzionali al mantenimento dello stabilimento e del lavoro a Novi. Dubito che il Ministero approvi un’operazione del genere se poi ci fosse l’intenzione di spostare tutto altrove”. E proprio la formazione sarà un tema cruciale dei prossimi mesi.

 

“I Toksoz hanno fatto scappare troppe persone in questi 4 anni – prosegue – Bisogna lavorare per far tornare qualche professionalità, soprattutto giovane, per ragionare in prospettiva. Alcuni di loro erano stati assunti e poi se ne sono andati. In tanti sarebbero disponibili a tornare con la nuova proprietà. Oggi, abbiamo lavoratori in gran parte anziani e che nel giro di pochi anni andranno in pensione. Nei prossimi due anni bisogna fare un gran lavoro ed è meglio farlo con la cassa aperta, che nei momenti di calo garantirebbe una copertura”. Per la produzione natalizia sarà fondamentale l’alleanza con Walcor, realtà di Cremona che era già stata inglobata dal colosso a stelle e strisce.

 

“Loro produrranno gli ovetti, il resto si farà qui – chiosa Crocco -. L’importante è ripartire, perché i prodotti Pernigotti devono tornare sugli scaffali dei supermercati”. Il brand dolciario alessandrino dovrebbe entrare a breve a fare parte del registro dei marchi storici. Dai dipendenti filtra intanto ottimismo, ma la scaramanzia è d’obbligo. Prima di rilasciare comunicazioni ufficiali, il personale preferisce attendere la conclusione della riunione di mercoledì.

 

La posizione del Ministero

Saranno decisivi i prossimi 30 giorni, per una trattativa che potrebbe salvare un brand del Made in Italy in vita da oltre 160 anni. Inoltre, il nome Jp Morgan rappresenta una sicurezza. Gli americani acquisteranno l’intero pacchetto azionario e tutti gli asset immobiliari. In questi casi, comunque, la cautela e la prudenza sono sempre d’obbligo. Una nota del Mise, guidato dal Ministro Giancarlo Giorgetti, fa sapere che: “Il Ministro stesso, dopo aver messo in campo tutti gli strumenti di legge, ha personalmente incontrato una rappresentanza degli operai dello stabilimento e coinvolto anche il ministro turco dell’industria Mustafa Varank. La trattativa sarà davvero sbloccata la situazione solo quando sarà nuovamente operativa la fabbrica con l’auspicata ripresa della produzione”.

 

(red.)