L’addio al calcio di Francesco Teti
Francesco Teti ha idealmente appeso i guanti da portiere al chiodo. Il portiere del calcio nostrano, il riferimento di tante generazioni di piccoli numeri uno ha deciso di chiudere con il calcio giocato. Lo ha fatto con un lungo post sui social in cui ha scelto i freddi numeri della carriera per spiegare chi è stato sul campo. Anche perché tradurre in parole emozioni e sentimenti non ci è dato, lo scriveva Dante Alighieri nella sua Divina Commedia («Transumanar per verba non si poria»), lo conferma anche la società moderna dove gli emoticon non possono certo prendere il posto delle emozioni.
E di sentimento Francesco Teti ne ha sempre messo parecchio in ogni parata, in ogni allenamento, in ogni partita, dentro e fuori dal campo. Non a caso i complimenti migliori per lui sono sempre stati quelli dei suoi compagni, di chi a fine stagione, nel silenzio dello spogliatoio, gli ha confessato di essere orgoglioso di averlo avuto al suo fianco. Perché Francesco Teti da Santhià, ma residente a Pasturana prima di essere un calciatore è sempre stato un uomo, di quelli veri, capace di avere delle idee e disposto a difenderle a ogni costo, soprattutto sui principi di fondo.
Nel numero di Panorama di Novi in edicola l’approfondimento di Maurizio Iappini e una pagina dedicata.