Termovalorizzatore, discussione in commissione consiliare
L’argomento termovalorizzatore divide la politica novese. Un tema quanto mai spinoso, che separa maggioranza e opposizione in comune. In Piemonte, ad oggi, esiste un solo impianto, quello di Gerbido, comune di Grugliasco, provincia di Torino. Da tempo, ormai, si susseguono voci e notizie circa la volontà di realizzare un secondo impianto nel sud della Regione. Probabilmente, nel territorio del Novese.
Una problematica che agita la politica cittadina. Prima di arrivare alla discussione delle scorse ore, alcuni dati. In Piemonte ogni anno produciamo 850 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati. Di questi, 450 mila vengono bruciati nel sito di Torino. Secondo gli ultimi dati ufficiali pubblicati, la Regione ancora non raggiunge gli obiettivi di raccolta differenziata (65%) fissati. Inoltre, è lontana dagli obiettivi di produzione (455 kg di rifiuti/anno pro capite, 159 kg/anno di rifiuto indifferenziato). La nostra provincia, con il suo 61% di raccolta differenziata e i suoi 209 kg/anno pro capite di rifiuti indifferenziati prodotti resta lontana dagli obiettivi di raccolta differenziata previsti.
Il dibattito cittadino
La Giunta Cabella sembra decisa ad affidare ad Acos studio di fattibilità sull’impianto. Occorre una approvazione e questo, ad oggi, sembra il punto centrale della vicenda. Secondo Marco Bertoli, infatti, non ci sono i numeri sufficienti per far passare la proposta. “La maggioranza resta risicata”. Dichiara l’esponente di “Solo Novi”, definendola un “salto nel vuoto”. Dal canto loro, la maggioranza afferma che lo studio non riguarda la realizzazione o meno, ma solo la verifica della possibilità. L’opposizione replica con un “solo propaganda”, raccontando di una amministrazione in difficoltà.
Le parole di Acos
“La prospettiva di vita delle discariche arriva al 2035, un secondo inceneritore quindi è necessario e questa sembra anche la direzione che prenderà la Regione”. Parole di Giorgio Pafumi, amministratore delegato di Acos, che prosegue affermando che l’impianto potrebbe partire non prima del 2028. L’opera comporterebbe un investimento di 350-400 milioni di Euro e si ripagherebbe in circa 40 anni.